Etichettare in cucina
Qualche settimana fa, giravo per la cucina come un'anima in pena. Ora, non è che stessi proprio girando su me stessa come una trottola, ma il mio sguardo vagava in cerca di qualcosa, un qualcosa di nuovo. Piano piano, stava tornando la voglia di fare e anche solo un piccolo cambiamento lo accoglievo come fosse manna dal cielo. Essere felici delle piccole cose, questa è stata e lo è tuttora, la mia filosofia. Soprattutto dopo il brutto periodaccio che ho passato.
Dopo il workshop sul Natale nordico, tenuto assieme a Valentina, ho riscoperto la Dymo, la fighissima etichettatrice a rilievo e preso in mano questa, ho cominciato a scrivere e a "sfornare" etichette una dietro l'altra. Mi è preso un raptus pazzesco, avrei perfino etichettato le mutande con il nome dei giorni (un tantino scomode, forse!), ma un lampo mi ha fatto rinsavire. Ho etichettato quasi tutti i barattoli che teniamo sopra il mensolone di cucina ed ero felice come una bambina. Una ragazza, un giorno mi chiese cosa contenessero quei contenitori in vetro. Teniamo la scorta di semi e frutta secca che mangiamo tutti i giorni come mandorle, noci, granella di nocciole, semi di chia, bacche di goji, uvetta, semi di canapa (decorticati e non), semi di lino, tè verde, farina di cocco e altri tipi di farine. Una volta tenevamo sulla mensola anche la farina di ceci, ma anche se la utilizziamo spesso, con il passare del tempo il suo sapore diventava rancido, così ora la teniamo in frigo e non...
Fonte di notizie:
shabbychicinteriors
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21-04-2024 04:44 - (
decorazione di interni )